L'azienda
LA NOSTRA STORIA

LE ORIGINI
Nel nostro Paese, l’ambizione di dominare il volo spaziale ha preso forma in una piccola cittadina vicino Roma, a Colleferro, dove, dal 1912, si fabbricavano munizioni ed esplosivi. Due senatori del Regno d’Italia e imprenditori illuminati, Giovanni Bombrini e Leopoldo Parodi-Delfino, intuirono l’opportunità di investire in capacità industriali diversificate, basate principalmente sulla chimica. La loro attività d’impresa fu anche un esperimento sociale: realizzarono, in mezzo alle campagne vicino Roma, un villaggio operaio che divenne poi il Comune di Colleferro.
GUARDANDO ALLO SPAZIO
A cavallo delle due guerre, l’attività si concentrò sulla produzione di munizioni. Subito dopo la Seconda guerra mondiale, la direzione della Bombrini Parodi-Delfino intuì che il settore della missilistica avrebbe preso piede e rappresentato un’opportunità di espansione internazionale. Così, negli anni Cinquanta, si iniziò a studiare propulsori per missili sempre più sofisticati, avviando collaborazioni sia in ambito europeo sia con gli Stati Uniti, per contribuire alla realizzazione dei primi missili dell’epoca moderna.
Dai primi anni Sessanta, le competenze maturate in questo ambito consentirono l’ingresso nel nascente settore dello spazio, attraverso i primi programmi europei e anche tramite iniziative nazionali. L’Italia fu tra i primi Paesi al mondo a realizzare un satellite artificiale e a lanciarlo nello spazio. Negli stessi anni, la BPD riuscì a inserirsi nella realizzazione dei primi vettori europei come fornitore di sottosistemi, in particolare dei motori di separazione degli stadi a propellente solido.

DAGLI ANNI ’70 A OGGI
Dalle prime esperienze degli anni Sessanta con i missili Hawk, furono acquisite le competenze di base sulla propulsione solida, successivamente impiegate, negli anni Settanta, nei primi razzi sonda lanciati dalla Sardegna. I booster del primo stadio, da 6 tonnellate, vennero poi opportunamente modificati per diventare il primo stadio del missile Alfa nel 1976.
Grazie a quest’ultima esperienza, fu possibile, a metà degli anni Ottanta, realizzare i booster a propellente solido per Ariane 3 e successivamente per Ariane 4, rispettivamente da 7,5 e 9 tonnellate, avviando poi lo sviluppo dei primi motori Zefiro, con involucro in carbonio, da 16 tonnellate.
Questo lungo percorso di crescita nelle competenze portò alla realizzazione, in collaborazione con l’industria francese, dei booster da 230 tonnellate per Ariane 5 e, qualche tempo dopo, di quelli da 140 tonnellate, con involucro in carbonio, per Ariane 6 e Vega C.

IL PRIMO VEGA
Nei decenni successivi, grazie allo sviluppo di progetti e prodotti realizzati nell’ambito dell’Agenzia Spaziale Europea, l’Italia è riuscita — esattamente 100 anni dopo la fondazione della sua industria del settore — a lanciare con successo nello spazio Vega: un vettore interamente progettato in Italia e realizzato insieme a partner europei, sotto la guida italiana.